Come conservare i tartufi

Dopo aver comprato il tartufo, è necessario mettere in pratica tutte le precauzioni del caso finalizzate a garantirne una conservazione ottimale. Riporlo nel luogo giusto è fondamentale per prevenire eventuali deterioramenti destinati a mettere a repentaglio la bontà del prodotto.

Va detto, per altro, che i metodi di conservazione, così come le tempistiche, cambiano sia in funzione delle dimensioni che a seconda del tipo di tartufo.

Ma dove acquistare tartufi freschi online? Navigando online e cercando su Google possiamo imbatterci in numerosi siti E-commerce che trattano tartufi freschi, ma essendo un prodotto deperibile non sempre ci possiamo fidare e dobbiamo quindi valutarne bene i feedback degli altri utenti. Un sito che ha ottimi feedback è www.tartufilaspora.it dove abbiamo trovato una ricca selezione di tartufi conservati e anche tartufi freschi di stagione.

Conservazione del tartufo: tutto quello che c’è da sapere

Si deve partire dal presupposto che il tartufo è un ingrediente da gustare quando è fresco; la conservazione, infatti, benché venga effettuata con la necessaria attenzione non può non comportare un calo di intensità del sapore. Il metodo più efficace, ad ogni modo, è quello che prevede di mettere il tartufo in frigo, non prima di averlo avvolto in un po’ di carta assorbente, o carta da cucina.

La carta, però, deve essere sostituita una volta al giorno, se non addirittura più spesso; se non si facesse così, diventerebbe eccessivamente umida, e ciò finirebbe per danneggiare il prodotto.

Come detto, ci sono differenze in base al tipo di tartufo: in particolare il tartufo bianco si può conservare in frigo per una settimana, mentre quello nero dura anche una decina di giorni.

Il tartufo si può mettere nel congelatore?

Non ci sono particolari controindicazioni rispetto alla decisione di mettere il tartufo in freezer: un accorgimento che vale la pena di adottare se si ha intenzione di conservare il prodotto per un periodo di tempo lungo. In effetti nel congelatore il tartufo può durare fino a un anno.

Prima di metterlo in freezer, però, il prodotto deve essere lavato con cura, asciugato con altrettanta attenzione e infine messo in un sacchetto per alimenti. Una soluzione alternativa è quella che prevede di grattugiare il tartufo e poi metterlo nel sacchetto.

Il tartufo sott’olio

Tra le modalità di conservazione a cui si può ricorrere per gli ingredienti freschi c’è di sicuro il ricorso al sott’olio: ma questo metodo si può applicare anche per il tartufo? Ebbene, la risposta è affermativa, tanto nel caso del tartufo nero, quanto nel caso del tartufo bianco. Il prodotto deve essere tagliato a lamelle e poi collocato all’interno di un barattolo, che sarà riempito con olio di oliva.

Il contenitore deve essere messo in frigo, e qui potrà rimanere per una decina di giorni, ma non di più. Ovviamente, si potrà consumare non solo il tartufo, ma anche l’olio aromatizzato, che sarà perfetto per la preparazione di un sacco di piatti, a base di carne o di pesce, ma anche di risotti o di altri primi da impreziosire con un sensore di tartufo.

Come e per quanto tempo si conserva la salsa al tartufo

Con il tartufo si può preparare anche una buona salsa, che se ben conservata dura fino a una settimana. Realizzarla non è per niente complicato: è sufficiente amalgamare 120 millilitri di olio di oliva extra vergine con 50 grammi di tartufo grattugiato, ed eventualmente aggiungere un pizzico di pepe e un pizzico di sale. La crema così ottenuta può essere impiegata per condire diversi piatti.

Il tartufo nel riso

Una vecchia tradizione suggerisce di mettere il tartufo all’interno di un barattolo di vetro per poi coprirlo con del riso e mettere il tutto in frigorifero. A dire la verità, questo è un metodo di conservazione abbastanza controverso; o, meglio, risulta utile solo nel caso in cui il tartufo debba essere conservato per un paio di giorni al massimo.

È vero che il riso assorbe l’umidità, ma proprio per questo motivo fa sì che il tartufo si prosciughi e, di conseguenza, diventi fin troppo secco. D’altro canto, con questo metodo ci si ritrova con un riso aromatizzato che, evidentemente, una volta cotto avrà un sapore e un profumo decisamente originali.

La pulizia del tartufo

Infine, alcuni consigli utili per la pulizia del tartufo. Nel caso in cui il prodotto presenti dei residui di terra, questi devono essere rimossi con l’aiuto di un piccolo pennello.

Per lavare il tartufo, invece, lo si può mettere sotto l’acqua corrente, ma a patto che il flusso sia leggero, per poi usare uno spazzolino vecchio con le setole morbide per strofinarlo delicatamente.