L’Organizzazione ISO

L’International Organization for Standardization (Organizzazione internazionale per la normazione), conosciuta con il suo termine abbreviato ISO, è la massima autorità internazionale nel campo della normazione tecnica. Le norme di emanazione ISO hanno valenza mondiale e il loro grado di specializzazione è tale che, spesso, le normative nazionali di settore vi fanno espresso riferimento come tecniche di buona prassi.

Curiosamente, il termine ISO non è un acronimo: deriva dalla parola greca ἴσος (isos) che significa “uguale”. L’origine del nome si deve al fatto che i suoi fondatori non volevano una nomenclatura che fosse un acronimo, il quale inevitabilmente sarebbe stato legato ad una lingua specifica, mentre l’idea era di dare un nome tale all’organizzazione che ne sancisse l’universalità. Da qui, il termine con cui è conosciuto l’ente dal 1947, anno della sua fondazione.

Le calzature di sicurezza

Anche le calzature di sicurezza hanno le loro norme ISO a disciplinarne la realizzazione. Innanzitutto, bisogna ricordare che sotto il termine generico di calzature di sicurezza vengono raggruppati scarponi, scarpe invernali ed estive, stivali e zoccoli.

Sono quattro le norme a cui le calzature di sicurezza fanno riferimento:

  1. ISO 20347: calzature da lavoro;
  2. ISO 20346: calzature di protezione;
  3. ISO 20345: calzature di sicurezza;
  4. ISO 20344: metodi di prova, relativi a tutte le tipologie di calzature concepite specificatamente come DPI.

Marcatura

In base alla loro destinazione finale, le calzature antinfortunistiche vengono contraddistinte da lettere stampate su di esse: la “P”, per Protective (protezione) è la lettera per le calzature di protezione, mentre per le calzature di sicurezza si utilizza la lettera “S” che indica Safety (sicurezza). La “O”, (Occupational, professionale) indica le calzature da lavoro.

Anche il marchio “CE” deve essere presente.

Gli obblighi delle norme ISO

Ogni gruppo di calzature possiede caratteristiche ben precise, contenute nella norma ISO di riferimento. La differenza macroscopica che salta subito all’occhio è il puntale: presente nelle calzature di protezione e di sicurezza, manca totalmente in quelle da lavoro. Per questo motivo, le calzature da lavoro trovano meno applicazione delle altre tipologie.

Per maggior precisione bisogna precisare che il puntale è quella parte della calzatura che viene inserita in punta, fra la suola e la tomaia. Un tempo in acciaio, oggi è realizzato anche in materiali come fibra di vetro, fibra di carbonio, alluminio e materiale composito.   Il suo scopo è quello di proteggere la punta del piede da eventuali schiacciamenti. È proprio la sua resistenza a definire il confine fra le calzature di protezione e quelle di sicurezza. Nelle prime, il puntale ha una resistenza di 100 joule, il che significa che un peso di 20 kg che cada da un’altezza di 50 centimetri non è in grado di danneggiarlo. Nelle calzature di sicurezza la sua resistenza viene raddoppiata: 200 joule. Per cui, il puntale sopporta la caduta di un peso di 20 kg da un’altezza di un metro, senza danneggiarsi.

Le caratteristiche facoltative, a norma ISO

Le caratteristiche facoltative sono le proprietà specifiche che possiedono le calzature in base alla destinazione d’uso finale. Anch’esse sono dettate dalle stesse norme ISO che prevedono le caratteristiche obbligatorie.

Questo porta alla creazione di calzature con caratteristiche diverse fra loro, a volte contemporaneamente presenti sulla stessa calzatura, altre no. È così che nascono calzature antiperforazione,  impermeabili nella tomaia, resistenti al taglio, isolanti al freddo o al calore, dielettriche, isolanti dal calore per contatto, assorbenti energia nella zona del tallone e antistatiche.

Le scarpe antinfortunistiche

Le scarpe sono la calzatura antinfortunistica più diffusa al mondo, presente in innumerevoli contesti lavorativi.

Le scarpe antinfortunistiche traspiranti sono studiate per permettere al piede di respirare e mantenere, in questo modo, un buon livello di comfort, come le scarpe antinfortunistiche leggere. Spesso le due caratteristiche convivono nello stesso modello di scarpa.