Come riconoscere l’infiammazione alla prostata

La prostata è la ghiandola dell’apparato urogenitale maschile che è deputata a secernere il liquido alla base della formazione dello sperma nella fase dell’eiaculazione. Negli uomini al di sotto dei 50 anni o in età più avanzata può infiammarsi e provocare la prostatite.

Le tipologie di prostatite

La prostata è una ghiandola che nel 10% dei casi circa va incontro a infiammazione. La sua collocazione è tra il perineo, cioè la zona anatomica tra pube e coccige, l’intestino retto e l’ano. Ha una forma a piramide ed è convenzionalmente divisa dalla scienza medica in 4 zone:

-transizionale, che è la zona tondeggiante intorno all’uretra;

-centrale;

-periferica, che è la più vicina al retto e si avverte maggiormente durante l’esplorazione rettale

-stroma fibromuscolare, che si trova nella parte anteriore.

 

Esistono diverse tipologie di prostatite che sono state convenzionalmente classificate secondo categorie nel 1999 dal National Institute of Health degli Stati Uniti.

La forma più grave di prostatite è quella batterica acuta, che è anche la più rara. In questo caso i batteri possono avere origine dalle urine oppure penetrare dalla stessa parete del retto o risalire dal canale uretrale.

In questo caso i sintomi sono invalidanti, in quanto si manifestano forti dolori. A questo si associano bruciore e difficoltà durante la minzione (disuria), la presenza di sangue nelle urine (ematuria), con innalzamento importante della temperatura corporea a fasi.

 

Una forma meno grave è la prostatite batterica cronica le cui cause non sono ancora oggi del tutto chiare ed è tale se ha una durata superiore a 3 mesi.

Sono classificati anche diversi tipi di prostatite cronica in questo caso non batterica. Si tratta di una forma che non è causata dalla presenza di batteri e per tale motivo prende anche il nome di “sindrome da dolore pelvico cronico non infiammatorio“, con una presenza minima di globuli bianchi che si evince dalle analisi.

Al contrario, nella prostatite cronica batterica c’è un alto numero di globuli bianchi e per questo viene chiamata “sindrome da dolore pelvico cronico infiammatorio”.

Il quadro delle forme di prostatite si completa con quella asintomatica infiammatoria, che appunto non presenta alcun sintomo. Il tal caso la diagnosi avviene a seguito di esami mirati, tra cui la conta dei globuli bianchi, lo spermiogramma e l’analisi del liquido prostatico.

Come riconoscere una prostatite

Il modo per riconoscere l’infiammazione della prostata si rifà all’interpretazione dei sintomi che sono nella maggior parte dei casi chiari.

Il termine prostatite si usa per indicare più patologie che intessano la ghiandola. La stessa, come detto, può essere acuta o cronica e può dare fastidi quanto essere completamente asintomatica.

I sintomi più comuni per riconoscere un’infiammazione della ghiandola prostatica sono un bisogno urgente di urinare soprattutto di notte, difficoltà nella minzione, bruciore e fastidio nell’area perineale, dell’ano o dell’uretra, e dolore.

Non è detto che questi sintomi compaiano insieme e che abbiano forte intensità, ma sono tutti segnali che indicano un necessario controllo medico per accertare con sicurezza la loro origine.

Per riconoscere la presenza di una qualsiasi forma di prostatite è necessaria una diagnosi precoce, servendosi di metodi relativamente rapidi.

Un segnale che deve insospettire può essere anche l’aumentata frequenza della minzione ed è importante farlo prima che diventi una prostatite che tende a cronicizzarsi.

Altri sintomi sono dolore durante l’eiaculazione o nell’interno coscia, ma anche ai testicoli, fino ad arrivare alla zona dell’ano durante l’evacuazione.

In genere l’iter diagnostico consta di 5 esami a cui gli uomini sono chiamati a sottoporsi.

Ci sono esami di routine, come l’urino coltura e quelli delle urine, e anche altri parzialmente invasivi come il tampone rettale.

Questi 3 esami sono utili per individuare la presenza di batteri, mentre i 2 rimanenti consistono nella spermiocoltura e un’ecografia. Quest’ultima individua le dimensioni della prostata che, se sono aumentate di molto, indicano la presenza di un’infiammazione, mentre la spermiocoltura è un esame del liquido seminale altrettanto utile per cercare microorganismi nocivi.

Nel caso in cui ci sia il sospetto di un cancro alla prostata l’urologo esegue anche l’esplorazione rettale introducendo il pollice nell’ano, non privo di un guanto in lattice.

Rimedi per la prostatite

Esistono dei rimedi del tutto naturali che possono alleviare i fastidi della prostatite e in qualche modo prevenirla o comunque ritardare la sua comparsa nei soggetti predisposti.

È importante assumere uno stile di vita corretto evitando il fumo di sigaretta e l’alcool. Una condizione predisponente alla prostatite sono anche i traumi localizzati a causa di sforzi ripetuti o di attività fisica intensa, ma anche occasionali cadute o incidenti.

L’alimentazione ha un ruolo fondamentale nel prevenire o alleviare i disturbi della prostatite. Per chi ne è affetto è il caso di eliminare cibi particolarmente piccanti, ricchi di spezie e le salse e, per la prevenzione, è bene assumerli con moderazione.

L’attività fisica è utile a mantenersi in forma e soprattutto a evitare l’obesità, che è un fattore concomitante associato alla sedentarietà. In particolare un sovrappeso importante è stato scientificamente provato che sia correlato all’insorgenza del cancro alla prostata. Può essere associato anche un integratore naturale come Prostatricum

La prostatite può manifestarsi anche per coloro che svolgono un lavoro che li costringe a stare seduti per molte ore al giorno, come stare al computer o al volante.

Sono sconsigliati gli indumenti troppo stretti, che comprimono i testicoli e che generano un calore elevato, come i tessuti sintetici.